Mercato cinese e Made in Italy: i modelli di interazione

16 Mar 2017


Nel corso degli ultimi dieci anni abbiamo potuto assistere ad un deciso incremento degli investimenti italiani nel mercato cinese, a seguito di una diffusione dei prodotti del made in Italy in Cina. Le produzioni nostrane fanno registrare infatti un apprezzamento crescente presso la popolazione cinese, soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento, i prodotti eno-gastronomici e gli articoli di lusso, senza dimenticare le produzioni tecnologiche, i macchinari e il comparto medico­sanitario. Le potenzialità di sviluppo sono promettenti, tuttavia occorre individuarle con attenzione, in modo tale da identificare i settori e i canali più remunerativi, i fattori critici e le modalità di interazione più efficaci per intervenire nello sconfinato mercato cinese.

Identificare il target

Quando si parla dei consumatori cinesi occorre tenere a mente che la popolazione del colosso asiatico supera il miliardo di persone e di conseguenza si fa riferimento a quantità di potenziali clienti incomparabilmente superiori a quelle dei paesi o delle regioni europee.
Nonostante questa difficoltà analitica, i dati statistici ci dicono che la fascia di popolazione maggiormente interessata ai prodotti del made in Italy è quella compresa tra i 25 e i 40 anni, caratterizzata da un buon livello di istruzione, un salario medio ­alto (confrontato con gli standard nazionali) frutto di impieghi nella pubblica amministrazione o nelle aziende dei grandi centri urbani ed una discreta familiarità con le nuove tecnologie. Questo profilo di acquirenti appassionati delle produzioni italiane presenta due ulteriori caratteristiche: la spiccata predisposizione alle transazioni digitali via smartphone (uno strumento che in Cina è più diffuso ed utilizzato rispetto al desktop) e la disponibilità a pagare qualcosa in più per aggiudicarsi gli articoli di qualità provenienti dall’Europa. Ed è proprio su questi due aspetti che le aziende italiane devono fare leva, se vogliono conquistare fette consistenti del mercato cinese.

Conoscere il mercato

Conquistare la fiducia dei consumatori è uno dei fattori critici per le aziende italiane che intendono esportare i prodotti del made in Italy in Cina, soprattutto se si sceglie il canale della distribuzione online. Gli utenti cinesi temono infatti il rischio di andare incontro a prodotti contraffatti, per cui risulta essenziale conquistare la fiducia dei consumatori con strategie di marketing e brand reputation appropriate ed efficaci. In questo ambito, i social media possono contribuire al successo della diffusione dei prodotti: applicazioni come WeChat, nate originariamente come semplici strumenti di messaggistica online, si sono evolute fino a diventare delle piattaforme per gli acquisti online, con servizi di home banking integrati. Una volta acquistato un prodotto tramite questa app, gli utenti cinesi ne definiscono in tempi rapidi la popolarità, condividendo l’esperienza con i loro network e contribuendo quindi alla diffusione del marchio o del servizio.

Made in Italy e prodotti di lusso

Secondo molti osservatori, è il settore del lusso quello che detiene più possibilità di sviluppo in Cina, così come avviene attualmente nel settore delle esportazioni verso la Russia. Questa convinzione si basa sull’aumento del numero di “super ricchi” cinesi, che corrisponde alla popolazione di un intero paese europeo, come Francia o Germania. Si prevede così che il fatturato dell’export italiano verso la Cina possa avvicinarsi ai 2 mila miliardi nel 2019, una prospettiva da sfruttare con convinzione da parte delle aziende italiane interessate ad intervenire nei mercati cinesi.

Fonti:

“Mr Wahaha: ecco il segreto dell’export Made in Italy”, di Eugenio Buzzetti

http://www.agichina.it/in­primo­piano/made­in­italy/notizie/mr­wahaha­ecco­il­segretobr­/dellexport­made­in­italy#

“Russia, Emirati Arabi e Cina: il lusso italiano vola in Asia”, di Federica Ionta

http://www.wired.it/economia/business/2014/05/07/lusso­russia­emirati­arabi­cina/


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