Pressione promozionale in calo, è la prima volta da 15 anni

29 Mag 2016


Nella GDO italiana la pressione promozionale ha toccato negli ultimi 15 valori sempre più elevati, fino ad arrivare al 29, 3% del totale: poco meno di un prodotto su tre, quindi, è stato proposto al pubblico con uno sconto. Una strategia commerciale che, valutata sul lungo periodo, non ha dato i risultati sperati, e anzi indicando che all’aumentare della frequenza l’efficacia delle promozioni cala, a volte anche sensibilmente. Questo fa sì che spesso il punto di pareggio non venga raggiunto con un danno sia per i distributori che per i produttori che devono compensare questi fallimenti alzando il prezzo pieno dei prodotti.

Secondo una ricerca IRI, tra il 2010 e il 2014 la pressione promozionale era così sintetizzabile.

Canale 2010 2014
  valori % valori %
Ipermercati 29,1 35,3
Supermercati 23,8 28,9
Prossimità 14,4 19,6
Drugstore 18,2 25,5
Discount 2,5 9,6

 

Nel 2015, invece, il largo consumo ha registrato per la prima volta un calo della pressione promozionale (dal 29,3% al 28,8%). Questo aspetto è stato approfondito nel convegno “La saturazione della promozione di prezzo”, un appuntamento ricorrente per gli operatori del settore organizzato da Nielsen e dall’Università di Parma: un elemento soprattutto ha destato grande interesse, il fatto che non sia in calo l’offerta di articoli promozionali (è aumentata in 388 categorie considerate su 858) bensì la domanda di promozione e i volumi da questa generati.

I consumatori giudicano sempre meno distintivi e interessanti i programmi promozionali dei distributori, i quali stanno reagendo con misure volte a uscire dalla spirale promozionale. Clusterizzando i principali gruppi distributivi che hanno ridotto la percentuale di vendite realizzata in promozione, la crescita annua è stata dello 0,7% a parità di rete, soprattutto guidata da un aumento complessivo del livello di fedeltà.

La carta decisiva sembra essere la capacità d’investire in innovazione: l’ingresso sul mercato italiano di un player come Amazon (a novembre 2015 risulta essere l’insegna meno cara rispetto a 26 competitor “fisici”) ha di fatto aumentato necessità e velocità del cambiamento.  La rilevanza, la personalizzazione e la customizzazione dell’offerta e della stessa leva promozionale va indirizzata ai nuovi trend di consumo, a target specifici, oltre che verso la socializzazione e un processo di acquisto che integra le due diverse modalità: digitale e “fisica”.


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