East-commerce: e-commerce à la chinoise

19 Apr 2016


La Cina e l’economia 3.0: un modello di sviluppo incentrato sulle vendite on line

L’avvento del web e della tecnologia ha mutato profondamente il nostro mondo. Le relazioni sociali, la capacità di reperire informazioni, di comunicare, di condividere opinioni e aspetti della nostra vita passano attraverso la rete. Una grossa fetta del cambiamento ha riguardato anche l’economia. Con il tempo, infatti, è divenuto possibile acquistare beni e servizi rivolgendosi direttamente al web. L’incontro con il venditore, la ricerca fisica di ciò che soddisfa i nostri bisogni e tutto ciò che può dirsi afferente al “commercio tradizionale” è andato incontro a una progressiva smaterializzazione, per finire dentro il monitor dei nostri dispositivi.

 

I vantaggi dell’e-commerce

Il cambio di paradigma ha comportato notevoli vantaggi, sia dalla parte di chi compra, sia da quella di chi vende. L’utente può fare acquisti senza essere vincolato a orari di apertura o chiusura e beneficiando di variazioni di costi consistenti sul bene desiderato, conseguenza diretta della sterminata concorrenza e della semplicità con cui è possibile reperire informazioni sul prodotto per eventuali comparazioni. Il venditore, dall’altro lato, non ha bisogno di una struttura fisica dove esporre i prodotti e può raggiungere con la sua “vetrina virtuale” potenziali clienti in tutto il mondo. In definitiva l’e-commerce, dati i vantaggi che comporta a livello infrastrutturale, ha trovato posto nel mercato globale affiancandosi al modello del commercio tradizionale. Ma a sua volta l’e-commerce non è uguale dappertutto e in Oriente ha assunto una “fisionomia” differente.

 

La Cina e il modello East-Commerce

L’e-commerce inizialmente è stata una scelta di mera convenienza economica per la Cina. Infatti, per il paese più popoloso del mondo con oggi oltre 1376 milioni di abitanti, realizzare investimenti su strutture legate al commercio tradizionale è un’impresa piuttosto ardua, per non dire impossibile. L’e-commerce, in questo senso, ha fornito un vantaggio “tattico” oltre che naturalmente economico, dati i costi notevolmente ridotti da esso garantiti. In sintesi, la mancanza di infrastrutture e i costi elevati per porvi rimedio hanno portato la Cina ad investire sul commercio elettronico, per sua natura privo dei costi imputabili ad una struttura fisica.
La scelta cinese all’inizio è stata quella di replicare il modello del colosso americano eBay: lo store cinese che ha assunto questo ruolo di “alter ego orientale” è stato Ali Baba, fondato nel 1999 da Jack Ma. Esso fu costruito e realizzato pensando a eBay, quindi come uno strumento per aprire un flusso comunicativo tra venditori e acquirenti; non curandosi del trasferimento dei beni, dell’approvvigionamento e della distribuzione. Ma con il tempo Ali Baba e altri mercati virtuali orientali si sono adattati alla realtà cinese, cambiando forma e usabilità per divenire qualcosa di diverso e inedito rispetto all’e-commerce occidentale.

 

Le caratteristiche dell’East-commerce

Gli investimenti massicci che la Cina ha effettuato sul commercio elettronico hanno dato modo di svilupparsi a un nuovo tipo di imprenditoria, basata sul Web, che consente ai giovani e alle famiglie che abitano nelle zone rurali del paese di vivere grazie alla vendita online. Una grossa  carenza infrastrutturale ha paradossalmente costituito un vantaggio. Proprio perché lo sviluppo economico si è coagulato intorno al fenomeno del commercio elettronico, questi ne è divenuta espressione diretta. Tale caratteristica lo rende uno strumento di democratizzazione dell’imprenditoria, una valida alternativa al lavoro di fabbrica in città. Per questo il modello di commercio elettronico cinese ha caratteristiche peculiari che lo differenziano da colossi come eBay o Amazon, cui siamo abituati in Occidente. La principale è proprio il suo orientamento “Social”. L’acquisto online, infatti, è pensato e compiuto in un’ottica di condivisione. L’acquirente potenzialmente interessato ai beni in vendita può dialogare, cercare informazioni, condividere foto e lasciare feedback. A favorire l’interattività sono le l’interfacce grafiche degli store online, di grande usabilità e pensate per gli smartphone. 

WeChat e WeToBusiness

wechat ecommerce
In questa ambito si inserisce il prezioso supporto offerto da WeToBusiness alle aziende italiane desiderose di investire in Cina,  garantendo loro gli strumenti adatti per promuovere la propria attività attraverso delle campagne di comunicazione sui motori di ricerca, sui social network e sui canali di comunicazioni cinesi tradizionali, come inserzioni stampa e attraverso un supporto tecnico che sviluppi tutte le tecnologie necessarie all’impresa.
WeToBusiness apre un account ufficiale WeChat (la piattaforma social cinese più importante) e attraverso questo rivoluzionario modo di fare business le aziende possono interagire con tutti i propri follower e prestare loro, direttamente o da mobile, tutti i servizi e i contenuti di cui hanno bisogno.
Fonti

https://it.wikipedia.org/wiki/Commercio_elettronico

http://www.corrierecomunicazioni.it/it-world/37067_la-cina-verso-l-economia-30-e-commerce-al-centro-del-nuovo-modello-di-sviluppo.htm

http://nova.ilsole24ore.com/frontiere/lecommerce-cinese-che-sfida-amazon/

https://www.digital4.biz/executive/approfondimenti/tre-lezioni-dall-ecommerce-cinese_43672155435.htm

 


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