FTZ ed EPZ: le zone economiche speciali in Cina

16 Mar 2016


 

La peculiarità di una nazione come la Cina, il paese più popolato del mondo, ha fatto della Repubblica Popolare un mercato in grado di attrarre l’interesse di molte aziende internazionali.

Né si può dire che la Cina sia rimasta alla finestra a guardare e non abbia preso iniziative in tal senso. Attrarre investitori stranieri è stato, anzi, il principale obiettivo perseguito dalle politiche economiche del grande paese di Mao.

Le zone economiche speciali: FTZ ed EPZ

Una delle strategie per convincere le aziende di tutto il mondo a investire in Cina è consistita nella creazione di zone economiche speciali, dove agevolazioni fiscali, economiche e logistiche rappresentano (oggi più che mai) la chiave che permette l’entrata nel più grande mercato economico del mondo.

Il nome con il quale sono conosciute queste zone è quello di Free Trade Zone (FTZ), proprio ad indicare il loro status di aree sottoposte ad una regolamentazione fiscale e burocratica più snella, con facilitazioni ed incentivi a beneficio degli investitori. Solitamente queste zone nascono in aree industriali o nelle città portuali, o comunque dove esistono poli tecnologici e manifatturieri d’un certo rilievo.

Esistono poi delle aree conosciute con il nome di Export Processing Zone (EPZ), nelle quali lo scopo è quello di produrre unicamente beni per l’esportazione. Anche in queste ultime gli investitori stranieri beneficiano di un regime fiscale agevolato.

A parte la sostanziale differenza che contraddistingue le due “zone franche”, per cui solo nelle EPZ le merci vengono prodotte o comunque lavorate prima di essere esportate, resta la base comune per cui si tratta di aree economiche caratterizzate da agevolazioni fiscali e, come detto, anche burocratiche, che incontrano il favore dell’investitore straniero.

Queste agevolazioni consistono, principalmente, nell’esenzione da dazi doganali ed imposte indirette sia sulle esportazioni, sia sulle esportazioni. Ma anche le imposte sul reddito delle società prevedono spesso una tassazione agevolata (oggi si tende essenzialmente verso un’aliquota unica del 25%), con la possibilità, tra l’altro, di poter percepire dei crediti d’imposta la cui misura è variabile a seconda del volume d’affari.

Le Bounded Zone o Park Logistic

Esiste poi un’altra tipologia di zona franca, che può essere considerata un diverso tipo di EPZ, il cui nome è Bounded Zone o Park Logistic.

Le Bounded Zone si trovano essenzialmente a ridosso delle grandi città e possono essere considerate delle “enclave”, cioè delle aree formalmente libere e non sottoposte al controllo diretto della Repubblica popolare Cinese, pur avendo il compito formale di promuoverne il commercio con l’estero.

Unicamente a questo scopo, in queste aree dovevano essere essenzialmente custodite ed esposte merci. Tuttavia oggi i magazzini costruiti in queste zone svolgono quasi sempre la funzione di poli logistici a beneficio delle grandi multinazionali. Naturalmente, anche nelle Bounded Zone sono previsti agevolazioni di ogni tipo: esenzione dai dazi e dalle imposte di import-export, agevolazioni iva, e così via.

Investire in Cina

La Cina è dunque un paese che si è andato via via liberando dai lacci economici del comunismo ed oggi si rivolge con fiducia agli stranieri (prima le leggi a protezione delle aziende locali sfiduciavano le imprese provenienti dall’estero).

Facendo molta attenzione al settore merceologico proposto, oggi è quindi possibile investire in Cina. Ma è proprio rivolgendosi alle zone speciali che un investitore straniero trova il terreno ideale per il proprio business di successo.

Si può operare in Cina nelle forme della società mista, a patto che il partner straniero ricopra almeno la quota del 25% del capitale, oppure con una società cooperativa, che nonostante abbia le stesse limitazioni della società mista è sicuramente più flessibile dal punto di vista operativo e giuridico. Società con capitale totalmente straniero sono previste unicamente per chi lavora con l’ausilio di tecnologie avanzate oppure operi prevalentemente nell’export.

La via del web

L’interesse verso la Cina da parte degli investitori stranieri passa anche attraverso internet. I cinesi sono grandi clienti del web, tanto che secondo alcune stime fra qualche tempo il numero dei cinesi che fa acquisti on line supererà quello degli Stati Uniti: conseguentemente molte aziende italiane (principalmente manifatturiere, ma non solo), che vogliono internazionalizzare le proprie vendite si rivolgono oggi al mercato web cinese. I servizi di WeToBusiness, che supportano queste aziende nell’apertura di un account WeChat e nel collegarlo alle principali piattaforme cinesi, rappresentano una garanzia per un business di successo in Cina.


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