Occidente vs Oriente: le differenze tra due diversi modelli di e-commerce

15 Apr 2016


 

Occidente vs Oriente: le differenze tra due diversi modelli di e-commerce

Il commercio on line è un fenomeno mondiale che si è imposto a partire dal nuovo millennio, grazie a una serie di innovazioni che hanno caratterizzato il settore tecnologico, quello bancario e quello commerciale. L’avvento di internet e il suo utilizzo su dispositivi mobili hanno consentito alle aziende di offrire prodotti online, il cui acquisto è gestibile ora da smartphone mentre i clienti possono finalizzare le transazioni commerciali con pochi click tramite i servizi di home banking e le varie tipologie di carte di credito, di debito e prepagate. Ovviamente tutto questo ha permesso alle piattaforme di commercio online di proliferare in tutti gli angoli del pianeta. Eppure l’ecommerce non è uguale in tutto il mondo, caratterizzandosi  sulla base di differenze culturali nei vari continenti: è il caso della Cina, che negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita impressionante degli acquisti online, sviluppando tuttavia un mercato digitale che differisce da quello diffuso in Europa e negli Stati Uniti. 

Lo sviluppo dell’ecommerce in Cina

Per comprendere pienamente il fenomeno cinese, occorre tenere in considerazione l’enorme popolazione del paese e il suo sconfinato territorio. Sebbene l’economia del colosso orientale abbia fatto registrare passi da gigante nel corso degli ultimi decenni, alcuni settori presentano dei forti ritardi e alcune infrastrutture risultano ancora lacunose. Il commercio online cinese si è quindi sviluppato cercando di colmare tale divario infrastrutturale, in modo tale da fornire prodotti alla clientela in modo pratico e diretto. Uno dei fattori che ha permesso lo sviluppo degli acquisti online è stato sicuramente il boom della diffusione degli smartphone, che hanno così connesso tra loro i cinesi in un modo mai sperimentato in precedenza.

L’occasione è stata colta anche dalle aziende e dai provider di servizi, che ora hanno a disposizione un mercato pressoché infinito e ancora in fase di esplorazione. Tuttavia, anche il web ha conservato la peculiarità tipica cinese dei piccoli esercizi a conduzione familiare: l’ecommerce cinese si basa su piattaforme più simili ad eBay che ad Amazon, configurandosi come una risorsa che aiuta i piccoli commercianti a superare gli ostacoli infrastrutturali citati, per mettersi così in diretto contatto con i clienti. I cambiamenti che questa nuova tendenza ha prodotto sono ora ben evidenti: ad esempio, con Weixin, l’applicazione per Smartphone conosciuta in occidente come WeChat, i cinesi fanno shopping, prenotano taxi e ristoranti e si scambiano addirittura i biglietti da visita via bluetooth, svolgendo queste operazioni con una frequenza inimmaginabile fino a dieci anni fa. Tra le piattaforme più utilizzate in Cina spiccano Alibaba nel settore commerciale, Baidu nell’erogazione di servizi e Tencent nell’ambito del social. Il successo di queste aziende poggia sulla loro capacità di fornire delle prestazioni già collaudate negli USA e in Europa, ma adattate al contesto culturale e alle esigenze cinesi. 

Ecommerce cinese: le possibilità per le aziende italiane

Quando si parla di ecommerce in Cina, si fa riferimento ad un fenomeno che contiene delle chiare potenzialità di sviluppo, ma che va compreso per poter giocare un ruolo da protagonisti. Da questo punto di vista, ci si può chiedere quale possa essere il margine di azione delle aziende italiane, e quali siano i settori più compatibili con il mercato digitale cinese. Secondo le statistiche, i maggiori utilizzatori del commercio online in Cina sono i giovani, una fascia della popolazione che possiede maggiore familiarità con i dispositivi portatili e con internet, ma che può permettersi delle spese limitate a causa di salari ancora inferiori rispetto alla media occidentale. Tuttavia occorre considerare che in Cina vivono anche 58 milioni di persone dotate di redditi e patrimoni assai elevati, ed è proprio qui che possono inserirsi le aziende del nostro paese, specie quelle che offrono un Made in Italy di qualità. Sono numerosi i cinesi disposti a pagare cifre consistenti per aggiudicarsi, anche online, dei prodotti europei di raffinata fattura, sia nel settore della moda, che in quello enogastronomico. Eppure, sebbene la domanda di prodotti italiani sia particolarmente alta, le aziende italiane che dispongono di servizi di ecommerce sono solo 30 mila, a fronte delle 750 mila europee. Occorre quindi una maggiore apertura al digitale, per poter approfittare delle enormi opportunità offerte dal commercio globale sul web. 

Fonti: 
http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2016/02/08/news/italia-cina-e-il-momento-di-puntare-sull-e-commerce-1.249292
http://nova.ilsole24ore.com/frontiere/lecommerce-cinese-che-sfida-amazon/?refresh_ce=1
http://www.hostingtalk.it/e-commerce-cina-destinata-a-guidare-i-mercati/

 


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